Intervista a Monica Disperati: La sua esperienza nei settori del Rope Access e dell'Eolico

Intervista a Monica Disperati: La sua esperienza nei settori del Rope Access e dell'Eolico

La sicurezza e il lavoro in quota non sono solo una professione: sono una passione e una sfida quotidiana. Monica Disperati, operatrice su fune e supervisore nel settore eolico, ci racconta la sua straordinaria carriera, iniziata in Australia e sviluppatasi a livello internazionale, dimostrando che competenza e determinazione possono abbattere ogni barriera, anche in un settore considerato tradizionalmente maschile.

Attraverso questa intervista scopriamo il suo percorso, le sue motivazioni e le sue impressioni sul cambiamento del settore nel corso degli anni. Un racconto che può ispirare chiunque voglia approcciarsi al mondo del Rope Access e dell'Eolico.



Chi sei, quanti anni hai, che lavoro fai e da quanto lo fai?

Sono Monica Disperati, ho trentadue anni e al momento lavoro nel settore eolico, ma sono un operatore su fune dal 2015. Ho iniziato a lavorare su fune quando vivevo in Australia. Ho iniziato con la pulizia di vetri e come imbianchina e ho fatto diverse tipologie di lavoro sempre su fune. Lì ho conseguito l'IRATA a livello uno, dopo un anno sono passata subito a livello due e poi dopo due anni ero già a livello tre. In Australia c'era molto più lavoro, sia in estate che in inverno, e questo mi dava molta possibilità di crescere anche all'interno delle aziende.


Cosa ti ha motivato a intraprendere una carriera in un settore generalmente considerato maschile?

Dall’Australia mi sono spostata in Danimarca e lì ho sempre continuato a lavorare su fune, principalmente lavori di muratura. In Danimarca ho incontrato il settore eolico e vedevo molte offerte di lavoro in quel settore: mi sono informata e ho conseguito i corsi necessari. Ho iniziato subito a lavorare nell’eolico e non ho più smesso. È un lavoro che mi dà tanta libertà, mi permette di lavorare all’esterno e di tornare in Italia, mi dà la possibilità di vedere posti nuovi, di incontrare persone nuove e per me questo è un plus.


Come è stato il percorso di certificazione IRATA e GWO per te? Hai incontrato delle difficoltà specifiche?

No, assolutamente no. Non è assolutamente niente che una donna non possa fare. Anche a livello fisico riesco a fare sempre tutto.


Hai notato un atteggiamento diverso nei confronti delle donne in questo settore? Se sì, come lo gestisci?

Ovviamente c'è, ma è molto soggettivo. Diciamo che se un collega non è rispettoso in senso generale non lo è nemmeno con un collega uomo. E magari le stesse difficoltà si trovano anche in altri settori, non credo che questo specifico settore sia meno inclusivo nei confronti delle donne rispetto ad altri.


Quali sono le sfide più grandi che affronti ogni giorno sul campo?

Rispetto ad altri lavori definibili "sedentari" si ha la necessità di tenere in considerazione tanti aspetti, come ad esempio il fattore del vento, della pioggia, dei fulmini. Poi, essendo io di livello tre, ho tanta responsabilità in quanto sono il supervisore on site: ogni decisione è mia.


Ritieni che il settore del lavoro in quota sia cambiato negli ultimi anni per quanto riguarda la parità di genere?

Sì, sicuramente si vedono molte più donne. Però siamo ancora una minima minima parte. C'è stato un grande cambiamento anche dal punto di vista della sicurezza: si tiene molto più in considerazione il fattore del rischio e come prevenirlo e anche a livello di formazione ci sono molti più corsi da fare e questo è un bene.


Se dovessi raccontare la tua esperienza formativa in Sicurlive, cosa diresti? Hai trovato un ambiente attento alle donne?

Ho trovato un centro formativo decisamente avanti con strutture di altissimo livello. Non ho sentito la mancanza dei centri di formazioni australiani. Alessandro, il formatore, è stato fantastico: una persona calma, molto attenta ed esaustiva nelle spiegazioni. Non era la prima volta che trovavo uno spogliatoio dedicato alle donne, ma è comunque una cosa rara da trovare, quindi mi ha fatto molto piacere: è un segnale di inclusione importante.




La storia di Monica Disperati è un esempio di come determinazione e professionalità possano aprire le porte a un settore che offre grandi opportunità, anche per le donne.

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